martedì 29 ottobre 2013

La danza moderna

Con il termine danza moderna si definiscono generalmente gli sviluppi della danza che, a partire dalla fine del XIX secolo, portarono ad un nuovo modo di concepire la danza di scena, in contrapposizione al balletto classico-accademico. In alcuni casi, adottando una terminologia tipica del mondo anglosassone, il termine indica anche alcune forme di ballo da sala evolutesi nel Novecento.Nata come ribellione nei confronti della danza accademica, ritenuta troppo rigida e schematica, la danza moderna intendeva procedere alla ricerca di una danza libera, che inizialmente veniva spesso praticata attraverso la provocante forma dell'assolo (oggi detto anche solo), eseguito spesso in spazi non teatrali, per marcare un forte contrasto con lo sfarzo dei grandi balletti.
Non si trattava inizialmente di una rivolta volutamente contro, ma del risultato di una serie di cambiamenti del pensiero che trovarono una base feconda in particolare nelle teorie del francese François Delsarte, diffuse in America fra il 1830 e il 1870 tramite alcuni suoi allievi e discepoli.
Loïe Fuller, Isadora Duncan e Ruth St. Denis, poi seguite da Martha Graham e Doris Humphrey, si imposero sulla scena mondiale sviluppando particolari stili di danza libera che poi diedero origine ad una modern dance caratterizzata da una propria estetica e da propri schemi espressivi ed educativi.
In Europa furono Émile Jaques-Dalcroze e Rudolf von Laban a segnare la strada del cambiamento, attraverso elaborazioni pratiche e teoriche che gradualmente portarono all'affermazione della danza moderna e in particolare della danza espressionista (Ausdruckstanz).
La definizione di “moderna” data alla corrente (chiamata anche “nuova danza”), si deve al fatto che presentava caratteristiche abbastanza in contrasto con il balletto classico. La danza moderna non rifiuta l'utilizzo innaturale del corpo, tuttavia prefersice movimenti lineari. Si valorizzano il gesto e il movimento che esprimano la personalità del danzatore a partire dalla naturalità.
Sparisce lo sfarzo dei costumi e le scenografie sono spesso ridotte ad uno sfondo monocolore o a pochi, semplici elementi od oggetti. La figura del ballerino e quella del coreografo spesso corrispondono. In alcune produzioni, il coreografo-ballerino è anche scenografo, costumista e direttore delle luci. La danza moderna fa spesso uso dell'improvvisazione estemporanea. I movimenti di danza moderna tuttavia hanno anch'essi una "grammatica" precisa. La tecnica Graham, per esempio, non è affatto danza "libera" alla maniera di quella di Isadora Duncan, né un "linguaggio personale", ma una vera e rigorosa tecnica di danza. Stesso discorso vale per le tecniche Cunningham, Horton, Limón e tante altre sviluppatesi successivamente. Confondere danza moderna e danza libera è quindi un errore.
Un altro elemento che distingue la danza moderna da quella accademica è la produzione, da parte di un gran numero di coreografi, di scritti teorici. La danza moderna talvolta prende anche spunto dallo studio storico-antropologico delle danze etniche di paesi non occidentali, per mezzo delle quali è possibile accrescere la danza di elementi diversi, rinnovandone forma e sostanza espressiva. È questo il caso di alcuni dei pionieri della danza americana, come Ruth Saint Denis e Ted Shawn. Uno degli esempi contemporanei più noti, che però appartiene all'ambito del balletto contemporaneo, è Stamping Ground di Jiri Kylian, una coreografia del1983 ispirata alle danze degli australiani aborigeni.

lunedì 28 ottobre 2013

Le posizioni della danza classica

Le sei posizioni di base delle gambe

Prima posizione
I piedi ruotati en dehors sono allineati fra loro con le punte rivolte lateralmente, con le gambe ben tese, ginocchia e talloni uniti.
Seconda posizione
Come la prima posizione, ma i piedi sono distanziati fra loro da uno spazio equivalente alla lunghezza di un piede.
Terza posizione
I piedi mantengono la rotazione delle posizioni precedenti, e si posizionano in modo da far toccare i talloni fra di loro, uno di fronte all'altro. La posizione si dirà destra o sinistra a seconda del piede che sta davanti.
Quarta posizione
È un approfondimento dell'incrocio fra le gambe della posizione che precede: i piedi si posizionano uno di fronte all'altro, con il tallone del piede avanti in linea con la punta di quello dietro. La posizione si dirà destra o sinistra a seconda del piede avanti.
Quinta posizione
Come la quarta posizione, tenendo i piedi uniti, senza distanza tra loro. La posizione si dirà destra o sinistra a seconda del piede avanti.
Sesta posizione (introdotta nel XX secolo da Serge Lifar)
I piedi sono paralleli, uniti, non si ha en dehors. questa posizione si chiama anche prima posizione parallela.
La settima posizione o seconda parallela non è altro che una seconda senza en dehors, con le gambe parallele.
La prima e la seconda posizione parallela sono posizioni di comodità che servono solo per il riscaldamento (solo ad alcuni insegnanti) ma che sono state usate per anche da taluni coreografi neo-classici, in seno a sequenze classiche, per creare un contrasto stilistico con i passi en dehors (Lifar, Balanchine). La terza posizione è stata ormai abolita in scena e viene usata nella pratica del balletto solo come introduzione alla quinta posizione e quindi nei primi anni di studio. Essendo una posizione abbastanza naturale, è quella che veniva usata nelle danze barocche, le quali non conoscevano la quinta, cioè il forzoso incrocio delle gambe al massimo dell'en dehors. La quinta posizione venne infatti introdotta solo nel settecento, nel periodo in cui si iniziò a sviluppare l'aspetto tecnico e virtuosistico della danza accademica, che con il tempo si è avvicinato sempre di più alla vera e propria acrobazia.


Le posizioni delle braccia

Le braccia devono essere ben sostenute, con le mani morbide e le dita raccolte in modo che l'indice si trovi leggermente più avanti di tutte le altre dita mentre il pollice va tenuto all'interno della mano, verso il palmo. In tutte le posizioni le braccia devono avere una forma circolare[6]. La numerazione delle posizioni cambia secondo il metodo seguito. L'elenco seguente è quello adottato dal Metodo Cecchetti, cui si rifanno sotto questo profilo anche il Metodo Balanchine e quello Bournonville:

Bras Bas (o "Preparazione")
Le braccia assumono una forma arrotondata lungo i fianchi, appena davanti al busto. I palmi sono morbidamente rivolti verso l'alto come se dovessero sostenere due mandarini. Nel metodo Vaganova, questa posizione si chiama Préparation. Nel metodo Cecchetti si chiama anche Quinta en bas Nel metodo Bournonville, così come in quello Balanchine, le mani vengono tenute più discoste dal corpo, per cui la posizione risulta più larga.
Prima posizione
Le braccia assumono una forma circolare e vengono tenute davanti al corpo, con le mani a poca distanza una dall'altra, all'altezza delle ultime costole. Questa posizione è comune ai tre metodi. Nel metodo Cecchetti viene anche denominata quinta en avant.
Seconda posizione
Le braccia sono allungate verso l'esterno mantenendo l'altezza della prima posizione. A differenza di quanto si crede, le braccia non vanno alzate né aperte eccessivamente. Qui è come se le braccia mantenessero un grande vassoio: il gomito va leggermente arrotondato e va sempre tenuto più basso delle spalle, come a creare una linea discendente spalla-gomito-polso. Importante: le braccia non devono essere allineate lateralmente al corpo ma tenute leggermente più avanti, per mantenere un maggiore controllo dell'assetto del busto e delle braccia stesse. Anche questa denominazione è comune ai tre metodi.
Terza posizione
Un braccio è in prima posizione, l'altro braccio è in seconda posizione. Nel metodo Vaganova, questa posizione è chiamata Piccola posa.
Quarta posizione
Un braccio è arrotondato sopra la testa in quinta posizione, mentre l'altro braccio è allungato verso uno dei due lati del corpo in seconda posizione. Nel metodo Vaganova, questa posizione si chiama Grande posa.
Quarta Incrociata
Un braccio è in quinta posizione, l'altro braccio è in prima posizione.
Quinta posizione
Entrambe le braccia sono arrotondate ma allungate verso l'alto, ad "incorniciare" la testa. Nel metodo Vaganova, questa posizione viene denominata Terza posizione.

La danza classica

Danza accademica è il termine con il quale viene designato quel particolare stile di danza teatrale più comunemente chiamata danza classica. Il termine deriva dal fatto che questo stile di danza si avvale di una tecnica accademica codificata dai maestri dell'Académie royale de danse, fondata a Parigi dal re Luigi XIV di Francia nel 1661, con l’intento di fissare e sviluppare i principi fondamentali dell’arte coreografica. Nell'ambito di questa Accademia lavorò Pierre Louis de Beauchamps, il maestro e coreografo che ha codificato le cinque posizioni classiche (già stabilite in precedenza dai maestri di ballo del Quattrocento e del Cinquecento) - assumendole a regola per iniziare e terminare i passi - e che ha fissato le norme per l'esecuzione dei principali passi di danza allora conosciuti stabilendone anche la terminologia. Per questo motivo i nomi dei passi della danza accademica sono in lingua francese. I metodi di insegnamento e gli stili della danza classica sono vari. Vi sono il metodo russo, che porta il nome della danzatrice e maestra Agrippina Vaganova, quello inglese, della Royal Academy of Dance, quello danese, ideato dal grande coreografo August Bournonville nel XIX secolo, infine quello italiano, denominato metodo Cecchetti, dal maestro Enrico Cecchetti. Il metodo americano, il più recente, deriva dalla scuola russa importata in America dal grande coreografo George Balanchine. Lo stile francese, che non è un metodo, prende spunto dal metodo Italiano ma con una maggiore attenzione rivolta alla morbidezza delle linee delle braccia.
La danza classica è una danza d'école (scuola) basata sul principio fondamentale dell'en dehors (in fuori/verso l'esterno). Utilizzando l'en dehors le gambe devono mostrare al pubblico la loro parte interna e per fare questo la coscia deve ruotare all'esterno di 90° rispetto all'asse del corpo. Si raggiunge più facilmente l'en dehors, che equivale alla rotazione del femore verso l'esterno, stringendo i muscoli che formano la cintura addominale e i glutei e mantenendo la colonna vertebrale eretta.
La testa deve essere in linea sulla stessa verticale dei piedi, in posizione naturale. L'en dehors non è una semplice convenzione, ma è necessario per dare agli arti inferiori del danzatore libertà di movimento in ogni direzione, permettendo alla testa del femore di ruotare liberamente e completamente nel suo acetabolo. La posizione si ottiene dopo anni di studio ed è legata alla conformazione fisica di ogni danzatore. Un buon en dehors si ottiene eseguendo particolari esercizi studiati apposta per ruotare la coscia al massimo verso l'esterno, e quindi per un verso rafforzando i muscoli rotatori della coscia e per l'altro aumentando la flessibilità dei tendini dell'anca.
Inoltre è fondamentale la postura del busto, che deve essere sempre eretto e allungato verso l'alto. Le spalle devono essere tenute abbassate e aperte, il collo sostenuto in allungamento; per le scapole, esistono almeno due filoni di pensiero: uno le vuole appiattite alla schiena e l'altro le utilizza in modo dinamico. È importante posizionare la linea delle spalle sempre in linea con in fianchi, con i muscoli addominali contratti, il bacino in retroversione e un costante mantenimento dell'en-dehors delle cosce; questa posizione, che può sembrare innaturale, è però necessaria a mantenere la linea e l'equilibrio del ballerino durante le evoluzioni.
La sala dove si eseguono gli esercizi di danza è caratterizzata dal parquet di legno, dallo specchio che serve principalmente per controllare meglio i propri movimenti e dalla sbarra dove i ballerini eseguono la loro lezione. Infatti, secondo la tecnica accademica, la lezione di danza inizia con questo tipo di esercizio, dove vengono eseguiti quei movimenti che rendono flessibili le giunture, allungano e rafforzano i muscoli, perfezionano l’equilibrio. Nella seconda parte poi si eseguono esercizi au milieu (al centro) si affrontano combinazioni di passi senza l’aiuto della sbarra: port de bras, adagio, pirouettes, per le donne punte e virtuosismi, ed infine l’allegro (i salti). La lezione viene chiusa per tradizione con l’esecuzione da parte degli allievi della révérence (inchino) rivolta all’insegnante.

venerdì 25 ottobre 2013

Generi di danza

La danza, sia nel tempo che nello spazio, si è sviluppata in numerose forme. Le denominazioni che seguono riguardano per lo più la sua evoluzione come arte dello spettacolo. Se ne possono trovare diversi generi, come la danza classica, la danza moderna, la danza contemporanea, la danza jazz ( o modern-jazz), la breakdance e quella hip hop. Tra quelle che vengono ormai considerate di minore importanza troviamo la danza medievale e le danze popolari.

martedì 22 ottobre 2013

La storia della danza

La storia della danza è una disciplina vastissima, non solo perché esistono molte forme di danza, ma anche perché, come arte del corpo in movimento, essa è l'unica arte che si svolge contemporaneamente nel tempo e nello spazio. Per quanto riguarda la storia della danza come forma d'arte dello spettacolo, da sempre la danza ha costituito uno dei livelli espressivi del teatro. Nella tragedia e nella commedia dell'antica Grecia il "coro" si esprimeva principalmente danzando nello spazio antistante l'edificio scenico (in greco σχηνέ, schené) denominato ορχήστρα, (orchstra). Il fatto che in quello spazio il coro danzasse non solo spiega l'etimologia della parola "orchestra", che deriva appunto dal verbo ορχήομαι (orchomai, danzare), ma è anche il motivo per cui in molte lingue moderne i termini che si riferiscono alla danza (italiano: coreografia, coreutica; francese: chorégraphie, choreutique; inglese: choreography,choreutic) portano in sé l'etimo greco χόρος, (chóros). Il termine italiano danzare invece deriva dal francese antico danser, da cui il francese odierno danse e l'inglese dance; l'origine di danser è discussa: c'è chi pensa a una derivazione dal franco *dintjan (dalla medesima forma deriverebbe il tedesco Tanz con la seconda rotazione consonantica) o, meno probabilmente, da un latino *deantiāre, "andare avanti".
Nelle civiltà antiche indiane, cinesi ed egiziane, la danza voleva raffigurare il corso armonioso degli astri. I greci posero la danza sotto la protezione della musa Tersicore, facendone così un simbolo della propria cultura. Per i romani, invece, assunse la forma di pantomimo. In seguito all'avvento del Cristianesimo, anche se inizialmente fu accolta nei riti all'interno delle chiese, in seguito fu condannata dalla Chiesa e nel corso del Medioevo scomparve dalla liturgia, mentre sopravvisse nella forma di danza popolare. Nel seguente sviluppo della musica strumentale, la danza si espanse soprattutto nelle corti italiane e durante il XVII secolo soprattutto in Francia, dove veniva praticata in particolare nei palazzi reali come arte raffinata. La danza divenne così una vera e propria Arte e nel corso dei secoli nacquero numerose coreografie, che nell'Ottocento venivano rappresentate in teatri prestigiosi come l'Opèra di Parigi e la Scala di Milano.